In estate devi usare più sale…?!

Facciamo una premessa per contestualizzare al meglio la tematica “Sale”. 

In commercio se ne trovano di tantissime tipologie, da quello rosa dell’Himalaya al sale grigio dell’Atlantico a quello marino affumicato e così via, esiste però una reale differenza tra questi prodotti? Quale di questi può essere più indicato e quale meno?

Bene, il sale che si trova comunemente nei supermercati e che abitualmente consumiamo è Cloruro di Sodio (NaCl), sottoposto a raffinazione e dunque privato dei micronutrienti naturalmente presenti (quello iodato dopo la raffinazione viene addizionato di iodio, utile per le popolazioni che rischiano una carenza).

Le altre varianti consistono invece in diversi tipi di “sale integrale” ovvero non sottoposti ad indaginosi processi di raffinazione bensì prodotti tramite trattamenti superficiali di lavaggio e purificazione, permettendo quindi il mantenimento dei diversi minerali. 

La composizione del prodotto varia sensibilmente a seconda delle zone di estrazione ed altrettanto variabile è il sapore di tali prodotti.

La differenza sostanziale sta quindi nel metodo di produzione e dunque nella quantità e qualità dei nutrienti presenti. In una sana alimentazione, dove la varietà delle scelte alimentari è fondamentale non sono i micronutrienti che può apportare il sale integrale a fare la differenza, certo (ricordiamoci infatti che il consumo giornaliero raccomandato sarebbe 5g, quantità che nella quotidianità viene abbondantemente e facilmente superata), ma, come si suol dire, tutto fa brodo

il sale fa male” “bisogna usare poco sale” “meno sale possibile”

per mangiare sano poco olio e pochissimo sale…”

Quante volte hai sentito o letto queste frasi?

In questo articolo ti spiegherò perché non sono del tutto vere. Specialmente in questo periodo dell’anno.

È vero che il consumo di sale va limitato e controllato ma è vero specialmente se facciamo riferimento all’alimentazione dell’italiano (o sarebbe meglio dire, dell’occidentale) medio. Alimentazione che, ahimè, prevede spesso il consumo di alimenti confezionati ed industriali e quindi ricchi di sale.

Se invece la nostra alimentazione è basata prevalentemente su alimenti freschi e non processati (carne, pesce, uova, legumi, patate, cereali in chicco, riso, pasta, yogurt, latte…) e prevede almeno 4 porzioni tra frutta e verdura giornaliere, l’affermazione “bisogna usare poco sale” va rivista. Bisogna usare il quantitativo di sale giusto, né troppo né troppo poco. Ricordando però che alcuni cibi o insaporitori ne contengono già di loro, come il pane, le olive, la senape, i pomodori secchi, i capperi, i legumi in scatola, gli affettati ed i formaggi.

[questo discorso naturalmente va rivisto e personalizzato se soffriamo di ipertensione o altre patologie per cui è consigliata una riduzione del sale]

Durante la stagione calda però questo discorso cambia. Con le alte temperature il nostro corpo è portato a perdere molti più liquidi, non solo perché aumenta la sudorazione ma anche attraverso l’evaporazione di liquidi tramite la pelle, l’organo più esteso che abbiamo, le mucose e le vie respiratorie. Fenomeno che si chiama ‘traspirazione insensibile’ ed è continuo e fisiologico e comporta la perdita di acqua e sali minerali. In estate sarebbe quindi opportuno aumentare il quantitativo di sale che introduciamo con la dieta.

Una diminuzione dello stato di idratazione e una perdita di sali minerali comporta un abbassamento della pressione (ecco perché facilmente i soggetti ipertesi riducono la terapia durante i mesi più caldi), una maggior difficoltà nella termoregolazione (patiremo molto di più il caldo se siamo disidratati) e un netto calo delle energie e della concentrazione.

→ Che fare quindi a tavola?

Aggiungere un pizzico in più di sale quando mangiamo alimenti freschi e neutri, preferendo il sale integrale (che non essendo raffinato contiene altri minerali in aggiunta a sodio e cloro ed è un alimento più completo) e consumare più frequentemente alimenti sapidi (olive, capperi, acciughe salate…).

È facile che in primavera/estate ci venga più voglia di alimenti salati come formaggi, salumi, tonno in scatola, patatine e snack salati ecc… In questi casi dobbiamo fare attenzione anche ad altre sostanze contenute in questi alimenti (grassi saturi, conservanti, oli vegetali, metilmercurio….) a causa delle quali le indicazioni di consumo rimangono comunque quelle di ‘limitarli ad 1-2 porzioni la settimana’.

Ridurre invece il consumo di quegli alimenti che contengono sostanze che abbassano la pressione, specialmente se siamo donne e quindi più facilmente a rischio di ipotensione. Tra questi cibi annoveriamo i legumi, specialmente fagioli e lenticchie, verdure come bietole e spinaci ma anche cavoli e simili, aglio e cipolla, vegetali dalle proprietà diuretiche come ananas, cetriolo, carciofo, finocchio e tarassaco.

Quale potrebbe essere invece una buona soluzione per evitare eccessi in un verso o nell’altro? Consumare piatti che comprendano sia alimenti ricchi in sale sia alimenti che viceversa favoriscano la diuresi!

Ecco alcuni esempi:

  • Insalatona estiva con feta, pomodorini, cetriolo, lattughino e rucola
  • Tonno in scatola con insalata di finocchi, arance, olive e noci
  • Piadina integrale farcita con hummus di ceci, melanzane grigliate e patè di olive
  • Carciofi crudi in insalata con parmigiano 
  • Frittatina di bietole e spinaci con feta
  • Crema di fagioli cannellini con pomodori secchi ed olive + verdure crude (sedano, carota, peperone, cetriolo…)
  • Panzanella con pane integrale, pomodorini, olive, acciughe salate + misticanza
  • Insalata di patate lesse, fagiolini, pomodorini e fiocchi di bresaola
  • Bruschetta con ricotta, pomodorini e capperi o olive
  • Riso basmati con gamberi, feta, zucchine e carote
  • Pasta con crema di peperone giallo, sgombro sott’olio e pinoli tostati

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